Se necessario
Legge federale sull'asilo
articolo 80 alinea 4
Il Cantone d’ubicazione organizza l’istruzione scolastica di base per i richiedenti l’asilo in età di scuola dell’obbligo che soggiornano in un centro della Confederazione. Se necessario, l’istruzione è impartita nel centro stesso. La Confederazione può versare sussidi per l’istruzione scolastica di base. L’indennizzo è fissato a titolo forfettario. Eccezionalmente l’indennizzo può essere fissato in funzione delle spese effettive, in particolare per l’indennizzo di spese uniche
Bando di concorso indetto
dal DECS del canton Ticino
La nuova Legge sull’asilo prevede che la Confederazione e il Cantone garantiscano ai bambini e ai ragazzi nell’età dell’obbligo scolastico residenti in un centro federale d’asilo, un'istruzione scolastica impartita direttamente all’interno della struttura. A questo proposito la Divisione della scuola ha previsto, a partire dall’anno scolastico 2019/2020, l’istituzione di una (o più) classe/i di scolarizzazione interna/e al centro federale d’asilo ubicato in Ticino, ed è alla ricerca di docenti interessati a svolgere la propria mansione in questo contesto
Il peso specifico delle parole è determinante, a volte quasi lacerante. Siamo confrontati con due testi ufficiali, una legge federale e un bando di concorso, che sembrano apparentemente uguali perchè affermano il diritto all'istruzione per ogni bambino
residente in Svizzera con qualsiasi statuto (cosa del resto non sempre ovvia se ricordiamo ad esempio il caso dei bambini equadoregni allontanati dal dipartimento degli interni dalle scuole elementari di Contone).
C'è però una differenza tra i due testi che sta nelle due parole evidenziate nel titolo:
SE NECESSARIO.
Il Decs nel suo bando di concorso dà per scontato che l'istruzione scolastica per i figli dei richiedenti d'asilo avvenga direttamente all'interno del centro federale per richiedenti d'asilo, attualmente a Biasca (in seguito a Novazzano).
In questo centro le famiglie richiedenti possono rimanere fino a 140 giorni con la possibilità che il soggiorno venga ulteriormente prolungato.
Si introduce quindi un principio di separazione che mette in discussione il diritto all'istruzione per tutti e contraddice un principio fondamentale dell'istruzione (sarebbe meglio dire educazione) che è quello dell'interazione tra i pari.
Chiediamo che quell'apertura offerta dal testo legislativo con le parole “se necessario” sia presa in considerazione dal Cantone e dagli organi preposti alla scuola per i seguenti motivi.
I bambini hanno diritto alla possibilità di incontrare i loro pari, di sentire le sonorità altrui e di far risuonare le proprie in uno scambio reciproco e spontaneo che favorisce gli apprendimenti per tutti. La lingua si apprende nello scambio spontaneo, nell'interazione tra pari, nell'immersione quotidiana, nel confronto tra codici, nella riflessione ricca che i diversi modi di raccontare il mondo suggeriscono.
Ciò favorisce anche i bambini autoctoni che sono sollecitati a riflettere sulle lingue e che sono curiosi nei riguardi delle lingue.
I genitori che abitano nei centri rifugiati hanno almeno una possibilità di percepire l'appartennza a una comunità, quella della scuola, di intraprendere contatti con insegnanti e con gli altri genitori, di coltivare la speranza di sentirsi riconosciuti nel loro ruolo genitoriale, di sentire che anche la loro lingua, il loro viaggio, la loro storia fanno parte della società in cui vivono anche se con uno statuto provvisorio.
Nella pedagogia tutto gioca a favore dell'interazione, dell'inclusione, delle opportunità offerte dalla differenza: costruire una scuola separata contraddice tutte le convinzioni che pervadono le riforme della scuola attuate e in atto. Anche in presenza di problemi di apprendimento consistenti negli ultimi anni si è optato per l'introduzione di classi inclusive,
operatrici e operatori per l'integrazione, servizio di sostegno pedagogico, educatori scolastici, docenti di lingua e integrazione. Non si capisce come mai i principi, le convinzioni e le convenzioni che supportano queste misure non debbano essere applicati anche al momento dell'arrivo dei figli di richiedenti l'asilo.
Per questi motivi chiediamo che il Dipartimento Educazione ritiri il bando di concorso in modo da evitare nel nostro Cantone l'istituzione di una scuola separata per i figli dei richiedenti l'asilo e prenda tutte le misure necessarie per garantire l'inserimento dei minori figli di richiedenti l'asilo nelle scuole pubbliche.
Paolo Buletti, Sultan Filimci, Luca Poli, Francine Rosenbaum dell'Associazione Progetto Aula 13
articolo 80 alinea 4
Il Cantone d’ubicazione organizza l’istruzione scolastica di base per i richiedenti l’asilo in età di scuola dell’obbligo che soggiornano in un centro della Confederazione. Se necessario, l’istruzione è impartita nel centro stesso. La Confederazione può versare sussidi per l’istruzione scolastica di base. L’indennizzo è fissato a titolo forfettario. Eccezionalmente l’indennizzo può essere fissato in funzione delle spese effettive, in particolare per l’indennizzo di spese uniche
Bando di concorso indetto
dal DECS del canton Ticino
La nuova Legge sull’asilo prevede che la Confederazione e il Cantone garantiscano ai bambini e ai ragazzi nell’età dell’obbligo scolastico residenti in un centro federale d’asilo, un'istruzione scolastica impartita direttamente all’interno della struttura. A questo proposito la Divisione della scuola ha previsto, a partire dall’anno scolastico 2019/2020, l’istituzione di una (o più) classe/i di scolarizzazione interna/e al centro federale d’asilo ubicato in Ticino, ed è alla ricerca di docenti interessati a svolgere la propria mansione in questo contesto
Il peso specifico delle parole è determinante, a volte quasi lacerante. Siamo confrontati con due testi ufficiali, una legge federale e un bando di concorso, che sembrano apparentemente uguali perchè affermano il diritto all'istruzione per ogni bambino
residente in Svizzera con qualsiasi statuto (cosa del resto non sempre ovvia se ricordiamo ad esempio il caso dei bambini equadoregni allontanati dal dipartimento degli interni dalle scuole elementari di Contone).
C'è però una differenza tra i due testi che sta nelle due parole evidenziate nel titolo:
SE NECESSARIO.
Il Decs nel suo bando di concorso dà per scontato che l'istruzione scolastica per i figli dei richiedenti d'asilo avvenga direttamente all'interno del centro federale per richiedenti d'asilo, attualmente a Biasca (in seguito a Novazzano).
In questo centro le famiglie richiedenti possono rimanere fino a 140 giorni con la possibilità che il soggiorno venga ulteriormente prolungato.
Si introduce quindi un principio di separazione che mette in discussione il diritto all'istruzione per tutti e contraddice un principio fondamentale dell'istruzione (sarebbe meglio dire educazione) che è quello dell'interazione tra i pari.
Chiediamo che quell'apertura offerta dal testo legislativo con le parole “se necessario” sia presa in considerazione dal Cantone e dagli organi preposti alla scuola per i seguenti motivi.
I bambini hanno diritto alla possibilità di incontrare i loro pari, di sentire le sonorità altrui e di far risuonare le proprie in uno scambio reciproco e spontaneo che favorisce gli apprendimenti per tutti. La lingua si apprende nello scambio spontaneo, nell'interazione tra pari, nell'immersione quotidiana, nel confronto tra codici, nella riflessione ricca che i diversi modi di raccontare il mondo suggeriscono.
Ciò favorisce anche i bambini autoctoni che sono sollecitati a riflettere sulle lingue e che sono curiosi nei riguardi delle lingue.
I genitori che abitano nei centri rifugiati hanno almeno una possibilità di percepire l'appartennza a una comunità, quella della scuola, di intraprendere contatti con insegnanti e con gli altri genitori, di coltivare la speranza di sentirsi riconosciuti nel loro ruolo genitoriale, di sentire che anche la loro lingua, il loro viaggio, la loro storia fanno parte della società in cui vivono anche se con uno statuto provvisorio.
Nella pedagogia tutto gioca a favore dell'interazione, dell'inclusione, delle opportunità offerte dalla differenza: costruire una scuola separata contraddice tutte le convinzioni che pervadono le riforme della scuola attuate e in atto. Anche in presenza di problemi di apprendimento consistenti negli ultimi anni si è optato per l'introduzione di classi inclusive,
operatrici e operatori per l'integrazione, servizio di sostegno pedagogico, educatori scolastici, docenti di lingua e integrazione. Non si capisce come mai i principi, le convinzioni e le convenzioni che supportano queste misure non debbano essere applicati anche al momento dell'arrivo dei figli di richiedenti l'asilo.
Per questi motivi chiediamo che il Dipartimento Educazione ritiri il bando di concorso in modo da evitare nel nostro Cantone l'istituzione di una scuola separata per i figli dei richiedenti l'asilo e prenda tutte le misure necessarie per garantire l'inserimento dei minori figli di richiedenti l'asilo nelle scuole pubbliche.
Paolo Buletti, Sultan Filimci, Luca Poli, Francine Rosenbaum dell'Associazione Progetto Aula 13